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Quattro inediti di Daniela Raimondi

picasso donna che piange

Quattro inediti di Daniela Raimondi

Donna che piange  1937  Pablo Picasso galleria Tate Modern

Quattro inediti di Daniela Raimondi Dalla silloge inedita: La donna più vecchia del mondo, di prossima uscita

Sei del mattino

La voce di lui non mi taceva dentro.
Orbitavo ogni notte intorno alla sua assenza
e ogni giorno imparavo di nuovo a morire.
All’alba sono uscita sul balcone.
I passeri riempivano l’aria,
battevano le ali nella luce del mattino.
Li fissavo,
il cuore colmo di quel suono felice.
Ho pensato:
   Loro appartengono al regno dei cieli
   mentre noi restiamo qui, sulla terra,
   ruotando senza senso
   fra le povere cose del mondo.

È allora che sono corsa dalla bambina.
L’ho presa fra le braccia
e l’ho portata sul balcone.

Fissavo sette piani più sotto:
il piccolo corpo stretto al mio corpo,
i suoi occhi sepolti nel mio vestito a fiori.
Lei dormiva.
Sentivo il vapore del suo fiato sulla pelle.

Le ho sussurrato:
   È un gioco
   Sarà un attimo, un gesto semplice,
   solo un abbraccio più forte.
Siamo volate giù senza rumore,
brillando come le schegge d’oro degli affreschi.
La nostra è stata una fuga d’amore,
un modo come un altro
per interrompere l’attesa.

 Roma. Quartiere Prenestino. Una madre di 41 anni si getta dal balcone del settimo piano suicidandosi con la figlia di 8. La donna stava vivendo un momento molto difficile dovuto alla morte del compagno.

 

 Isolina

  Isolina ride per strada,
muove le mani nell’aria
e saluta lo stormo di passeri in cielo.
Poi si siede nel metro di luce
che viene dal mare
e mangia un gelato, si lecca le dita.
Qualcuno la chiama ‘la scema’.
Lei rimane nello scarto di terra
fra la spiaggia e la vite.
Aspetta il pirata che sbuchi dall’orto,
la nave che vola sui prati.

Isolina senza amori o marito,
ché nessuno la vuole.
Isolina con gli occhi celesti
e la gonna coi fiori.
Ha il viso di una bimba che invecchia.
Porta in testa un cappello di paglia
e ai piedi scarpe grosse
con i lacci e la para.

Quando arriva l’estate
Isolina corre al fiume.
Cerca pesci dagli occhi di vetro,
pepite d’oro e foglie d’argento
nella melma che l’acqua trascina.

La incontri davanti alla chiesa
e ti ferma per strada, Isolina,
ti stringe le mani e ti dice contenta:
“ma come sei bella!”
 

Sylvia Plath prima dell’alba

La vedo, alle quattro del mattino,
una Madonna Dolorosa che scrive versi
con il cuore più nero del nero della notte.
È una cometa incandescente,
un vulcano che erutta fuoco
e uccide padri, madri e bambini.

La vedo, mentre attende l’alba
bruciando nel rogo del suo inferno:
i polmoni allargati nella luce di un verso,
il respiro confuso al respiro di Dio.

Crea miracoli nell’ora blu ed eterna
prima del canto del gallo,
prima del pianto del bimbo.
La sua vita è un’acqua scura,
un pozzo senza luna.

La casa si chiude su di lei come una tomba.

87% 

Ad A. J

So della febbre dei ciechi,
dei corpi malati, delle madri ferite.
Il cuore riconosce la radice del male,
quel patimento di femmine
in lotta contro la morte.

Il cancro che ha ucciso mia madre
allunga radici, germoglia semi nel buio.
Cellule cattive mi dormono nel petto
indifferenti ai vivi, padrone di se stesse.

Gli esami non sbagliano:
“Ottantasette percento di probabilità.”
Così hanno detto i dottori.

*

Tutto è stato deciso.
Mi hanno sdraiato sull’altare di pietra.
La stanza è asettica.
Gli strumenti brillano sotto un sole rotondo.
Sono nuda,
pura come una madonna.

Sono qui per l’amore alla vita,
per frenare l’inarrestabile marea delle morti
e sradicare dalla carne la tana del diavolo.
Sono venuta per la veglia delle madri,
per l’infanzia dei figli che dura così poco.
Per tutto questo e molto altro
ho arreso il mio corpo alla lama di un coltello
e sfidato la voce di Dio.

*

Danno inizio alla liturgia.
Il bisturi inciderà la mia carne,
estirperà la fonte magica del latte.
L’ago scivola sotto la pelle.
Conto fino a cinque
e non esisto.

Sono una meteora,
un grumo di luce scagliato da una stella.
Sono una scimmia
e non vedo, non sento, non parlo.
Cammino in un bosco di neve
senza corpo, senza peso.
Sono un cervo che salta oltre la rupe.

Poche ore e ritorno fra i vivi
una Lady Lazzaro
dal torso piatto come una bambina.
Stamane il vento soffia sulle foreste,
fuori attendono le mie navi splendenti.

(Dalla silloge inedita: La donna più vecchia del mondo, di prossima uscita)

Daniela Raimondi

è nata a Sermide, in provincia di Mantova. In tenera età emigrò con la famiglia a Viggiù, vicino al confine con la Svizzera; si è poi trasferita poi nel Regno Unito, dove ha insegnato italiano. Ora si divide fra l’Inghilterra e la Sardegna. Ha pubblicato una decina di libri di poesie prima di uscire, nel 2020, col suo primo romanzo, La casa sull’argine, pubblicato dall’Editrice Nord e diventato presto un best seller, seguito nel 2023 da Il primo sole dell’estate, che ne riprende diversi personaggi. Sito personale