Pubblicato nel 2022 per le edizioni Ares, “Atlante delle inquietudini” è opera di Francesco Enia, cardiologo palermitano con la passione per la fotografia e la scrittura.
Fotografia e scrittura sono arti sorelle, entrambe raccontano storie, intendono rappresentare la realtà, la vita, la morte, la sofferenza, la gioia, a volte mostrando ciò che non si vede e nascondendo ciò che si vede, facendosi luce e oscurità, essendo esse negativo e positivo contemporaneamente. Il fotografo Tony Gentile, che ha curato la prefazione del romanzo, cita Luigi Ghirri:
“…nella fotografia c’è il negativo e il positivo. È il rapporto tra luce buio. È un giusto equilibrio tra quello che c’è vedere e quello che non deve essere visto.”
Gentile è famoso per lo scatto cult che rappresenta, vicini, complici e sorridenti, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino fotografati appena un paio di mesi prima della strage di Capaci.
Francesco Enia nel suo romanzo racconta le vicende di Ismaele, siciliano di Palermo, che a quattro anni accetterà di malavoglia la nascita del fratello Michele ma che poi amerà per tutta la vita e lo accompagnerà con lo stesso amore fino alla sua tragica fine.
Ismaele viene “trovato” dalla fotografia quando a dieci anni si vedrà, suo malgrado, costretto ad assistere a una riunione di trenta loschi individui appartenenti alla mafia. Entra nella stanza e li vede, è questione di un attimo, è solo un flash, ma in quel terribile momento Ismaele capisce che la sua vocazione è quella di fare il fotografo.
In modo a volte fotografico, a volte giornalistico, così come si deve a un vero fotoreporter, certe volte un po’ didascalico e con qualche piccola lungaggine descrittiva, ma anche con un linguaggio a tratti poetico e spesso commovente, Enia racconta la vita avventurosa del protagonista che vaga inquieto per il mondo, racconta del suo incontro coi carri armati sovietici nella primavera di Praga, racconta dei bombardamenti su Baghdad del 1991, dell’ascesa di Khomeini, della repubblica islamica in Iran, fino al suo incontro più importante, quello che ha avuto con l’altro personaggio del romanzo: Helen.
Helen è nata a Oporto, da madre portoghese e padre cinese, è una donna irrequieta e avventurosa, è un’insegnante di economia che va a vivere a Pechino, dove partecipa e assiste ai movimenti studenteschi controrivoluzionari. Presente in piazza Tienanmen. Viene utilizzata senza rendersene conto dalla mafia cinese, viene tradita dagli amici e da un uomo a cui era legata sentimentalmente ma salvata grazie all’aiuto di una persona generosa.
L’incontro fortuito fra Ismaele e Helen, battezzato dal sangue, diventa legame stretto e duraturo.
La storia di Ismaele bambino comincia a Palermo e dopo una serie infinita di viaggi e peripezie, di progetti iniziati e completati, di amicizie, di lutti, di ritrovamenti e perdite, si conclude a Palermo, città che nel romanzo viene raccontata in tutta la sua bellezza e in tutta la sua poesia, insieme a Helen con la quale Ismaele ha tracciato le coordinate per orientarsi e placare finalmente le proprie inquietudini.
Ismaele ricorda le lunghe chat in rete con Helen, prima del loro incontro a Oporto, e i successivi discorsi faccia a faccia, altrettanto lunghi. Un fotografo insicuro e insonne e una professoressa di economia irrequieta e giramondo che chiacchierano sui massimi sistemi. Cartografi che si muovono in territori inesplorati e pieni di rischi, prendendo appunti e tracciando schizzi per mappe approssimative che possano servire per orientarsi. Cartografi che stanno mettendo insieme un atlante delle inquietudini.
Ismaele ama la quiete di questo momento, quando il buio lentamente si dissolve nella luce dell’alba. Ama questa attesa che porterà una consapevolezza sempre più nitida di idee afferrate in un sussurro, di sogni mai del tutto dimenticati e mai del tutto riportati alla memoria, di parole donate, di silenzi eloquenti. Piccole cose, quasi invisibili, trasportate leggere dal vento; frammenti raccolti quasi per caso; inaspettate gocce di rugiada, che brillano controluce colpite da un raggio di sole.
E domani? Ismaele non sa quello che accadrà domani. Gli basta l’alba di questo giorno che sta per sorgere per poter attendere con serenità la sera. Gli basta sapere che all’imbrunire conoscerà molte più cose di quante ne abbia conosciute la mattina. (pag. 306)
Antonella Pizzo